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Per me esiste solo il cammino lungo sentieri che

hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un

cuore. Lungo questo io cammino, e la sola prova che

vale è attraversarlo in tutta la sua lunghezza. E qui

io cammino guardando, guardando, senza fiato.

Don Juan

Da “A scuola dallo stregone” – Carlos Castaneda

 

Sono pronto a partire

e la mia brama di spiegare

le vele è in attesa del vento.

Solo un’ultima volta respirerò

in quest’aria immobile, un solo

sguardo d’amore volgerò

ancora alle mie spalle.

E poi sarò tra voi,

un navigante tra i naviganti.

Quando l’amore vi fa cenno,

seguitelo, benché le sue strade

siano aspre e scoscese.

E quando le sue ali vi avvolgono,

abbandonatevi a Lui.

Così discenderà alle vostre radici

che scuoterà dove si aggrappano

più forte alla terra.

…E poi vi assegnerà al suo

fuoco sacro, perché possiate

diventare il pane sacro

nei sacri conviti di Dio.

Da “Il Profeta” – K. Gibran

 

E che cos’è lavorare con amore?

È tessere la stoffa con fili tratti

dal vostro cuore,

proprio come se il vostro amato

dovesse indossare quella stoffa.

È costruire una casa con affetto,

proprio come se il vostro amato

dovesse abitare in quella casa.

È impregnare di gioia

tutte le cose che forgiate

rivestendole del vostro alito,

proprio come se il vostro amato

dovesse gustarne il frutto.

È impregnare di un alito del vostro spirito

tutte le cose che forgiate.

È sapere che tutti i cari morti

vi stanno attorno e vegliano.

Da “Il Profeta” – K. Gibran

 

Lo spirito di un guerriero non conosce ne il lasciarsi andare ne il lagnarsi, ne conosce il vincere o il perdere.

Lo spirito di un guerriero conosce solo il lottare, e ogni lotta è l’ultima battaglia del guerriero sulla terra.

Quindi il risultato conta per lui molto poco.

Nella sua ultima battaglia sulla terra il guerriero lascia che il proprio spirito scorra libero e limpido.

E mentre combatte la sua battaglia sapendo che la sua volontà è impeccabile,

il guerriero ride e ride.

Don Juan

Da “Una realtà separata” – Carlos Castaneda

Sai che in questo preciso momento sei circondato dall’Eternità?

E sai che puoi usare questa Eternità se lo vuoi?

Sai che ogni momento può essere Eternità?

È un fatto, ma solo se ti impadronisci di quel momento e lo usi per prendere la totalità di te,

per sempre, in ogni direzione.

Se hai sufficiente potere queste parole ti bastano perì fare il giro della tua totalità e per spostarne la parte essenziale di là dai confini in cui è contenuta.

Don Juan

Da “L’isola del Tonal” – Carlos Castaneda

“Essere un uomo di conoscenza non ha carattere duraturo.

Non si è mai un uomo di conoscenza, non realmente.

Piuttosto si diventa uomo di conoscenza per un brevissimo

istante, dopo aver sconfitto i quattro nemici naturali”.

“Comincia lentamente ad imparare, dapprima a poco a

poco, poi a grandi passi. E presto i suoi pensieri entrano in

conflitto. Quello che impara non è mai quello che ha sperato

o immaginato, e così incomincia ad avere paura.

Imparare non è mai quello che ci si aspetta.

Ogni passo dell’imparare è un compito nuovo, e la paura che l’uomo prova incomincia

a salire implacabilmente, inflessibilmente. Il suo scopo diventa un campo di battaglia”.

“E così si è imbattuto nel primo dei suoi nemici naturali: la Paura!

Un nemico terribile, traditore, e difficile da superare.

Si tiene nascosto a ogni svolta della strada, in agguato, aspettando.

E se l’uomo, atterrito dalla sua presenza, fugge, il nemico avrà messo fine alla sua ricerca.”

“Che cosa accadrà all’uomo che fugge per il terrore?”

“Non gli accadrà nulla, tranne che non imparerà mai.

Non diventerà mai un uomo di conoscenza. Sarà un uomo borioso, o innocuo, o spaventato; in ogni caso, sarà un uomo sconfitto. I1 suo primo nemico avrà messo fine ai suoi

desideri”.

“E che cosa può fare per vincere la paura?”

“La risposta è semplicissima. Non deve fuggire. Deve sfidare la sua paura, e a dispetto di essa deve compiere il passo successivo nell’imparare, e il successivo e ancora il successivo. La sua paura deve essere completa, e tuttavia non si deve fermare. Questa è la regola! E verrà il momento in cui il primo nemico volgerà in ritirata. L’uomo comincia a sentirsi sicuro di sé. Il suo intento diviene più forte.

Imparare non è più un compito terrificante.

Quando arriva questo lieto momento l’uomo può dire senza esitazione di aver sconfitto il suo primo nemico naturale”.

“Ciò avviene tutto in una volta, Don Juan, oppure a poco a poco?”

“Avviene a poco a poco, e tuttavia la paura è vinta improvvisamente e rapidamente”. “Ma l’uomo non avrà ancora paura se gli succederà qualcosa di nuovo?”

“No. Una volta che l’uomo ha vinto la paura, ne è libero per tutto il resto della sua vita perché, invece della paura, ha acquistato la lucidità: una lucidità mentale che cancella

la paura. A questo punto l’uomo conosce i suoi desideri; sa come soddisfare tali desideri. Può anticipare i nuovi passi dell’imparare, e una limpida lucidità circonda ogni cosa.

L’uomo sente che nulla è nascosto.

E così ha incontrato il suo secondo nemico: la lucidità!

Quella lucidità mentale, che è così difficile da ottenere, scaccia la paura, ma acceca anche. Costringe l’uomo a non dubitare mai di se stesso.

Gli dà la sicurezza di poter fare tutto quel che gli piace, perché vede chiaramente in tutto.

Ed è coraggioso perché è lucido, e non si ferma davanti a nulla perché è lucido. Ma tutto questo è un errore; è come qualcosa di incompleto.

Se l’uomo si arrende a questo falso potere, ha ceduto al suo secondo nemico e sarà maldestro nell’imparare.

Si affretterà quando dovrà essere paziente, o sarà paziente quando dovrebbe affrettarsi. E sarà maldestro nell’imparare finché non cederà, incapace di imparare più

nulla”:

“Che ne è di un uomo sconfitto in tal modo, Don Juan?

Muore come risultato?”

“No, non muore. II suo secondo nemico lo ha semplicemente bloccato impedendogli di diventare un uomo di conoscenza; l’uomo può, invece, trasformarsi in un allegro guerriero o

in pagliaccio.

Tuttavia la lucidità pagata a così caro prezzo non si trasformerà mai più nella tenebra e nella paura. Avrà la lucidità finché vivrà, ma non imparerà, o bramerà, più nulla”. “Ma che cosa deve fare per evitare di essere sconfitto?”

“Deve fare quello che ha fatto con la paura: deve sfidare la sua lucidità e usarla solo per vedere, e aspettare con pazienza e misurare con cura prima di fare nuovi passi; deve

pensare, dopo tutto, che la sua lucidità è quasi un errore. E verrà il momento in cui comprenderà che la lucidità era solo un punto davanti ai suoi occhi.

E così avrà superato il suo secondo nemico, e sarà in una posizione in cui nulla

potrà più nuocergli. Questo non sarà un errore. Non sarà solamente un punto davanti ai suoi occhi. Sarà vero potere.

A questo punto saprà che il potere che ha inseguito così alungo è finalmente suo.

Può fare tutto quel che vuole. Il suo alleato è al suo comando. Il suo desiderio è la regola. Vede tutto quel che è intorno a lui. Ma si è anche imbattuto nel

terzo dei suoi nemici: il Potere!

Il potere è il più forte di tutti i nemici. E naturalmente la cosa più facile è arrendersi; dopo tutto un uomo a questo punto è veramente invincibile. Comanda; comincia col correre rischi calcolati e finisce col creare regole, perché è un padrone.

A questo stadio difficilmente l’uomo si rende conto che il nemico lo sta circondando.

E improvvisamente, senza saperlo, avrà certamente perduto la battaglia. Il suo nemico

lo avrà trasformato in un uomo crudele e capriccioso”.

“Perderà il suo potere?”

“No, non perderà mai la sua lucidità o il suo potere”.

“Allora che cosa lo distinguerà da un uomo di conoscenza?”

“Un uomo che è sconfitto dal potere muore senza sapere veramente come tenerlo in pugno. Il potere è solo un fardello sul suo destino.

Un tale uomo non ha il comando su se stesso, e non può sapere quando o come usare il suo potere”. “La sconfitta da parte di uno qualsiasi di questi nemici è una sconfitta definitiva?” “Certo che è definitiva.

Una volta che uno di questi nemici ha avuto il sopravvento su di un uomo non c’è nulla che questi possa fare”.

“È possibile, per esempio, che l’uomo sconfitto dal potere possa vedere il proprio errore e correggersi?”

“No. Quando un uomo cede è spacciato”.

“Ma che cosa accadrebbe se fosse accecato temporaneamente dal potere e poi lo rifiutasse?”

“Significherebbe che la sua battaglia ancora continua.

Significherebbe che sta ancora cercando di diventare un uomo di conoscenza. Un uomo è sconfitto solo quando non tenta più, e si lascia andare”.

“Ma allora è possibile, Don Juan, che un uomo possa abbandonarsi per anni alla paura, ma alla fine vincerla?”

“No. Questo non è vero. Se cede alla paura non la vincerà mai, perché avrà paura di imparare e non tenterà più.

Ma se cerca per anni di imparare, pur in mezzo alla sua paura, alla fine la vincerà perché non si è mai veramente abbandonato ad essa”. “Come può sconfiggere il suo terzo nemico, Don Juan?”

“Deve sfidarlo, deliberatamente. Deve arrivare a rendersi conto che il potere da lui apparentemente conquistato in realtà non è mai suo. Deve stare sempre in guardia, tenendo in pugno con cura e con fede tutto ciò che ha imparato.

Se riuscirà a vedere che la lucidità e il potere, quando manca il suo proprio controllo su di sé, sono peggio ancora di errori, raggiungerà un punto in cui tutto è tenuto sotto

controllo. Saprà allora come e quando usare il suo potere.

E in questo modo avrà sconfitto il suo terzo nemico.

L’uomo sarà, ormai, alla fine del suo viaggio di apprendimento, e si imbatterà, quasi senza esserne stato avvertito, nell’ultimo dei suoi nemici: la Vecchiaia! Questo nemico è il più crudele di tutti, il solo che non può essere sconfitto completamente,

ma solo scacciato.

Questo è il momento in cui l’uomo non ha più paure, non più un’impaziente lucidità mentale; un momento in cui il suo potere è tutto sotto controllo, ma anche il momento in cui prova un irresistibile desiderio di riposare.

Se si arrende totalmente al desiderio di lasciarsi andare e dimenticare, se si adagia nella stanchezza, avrà perduto l’ultimo combattimento, e il suo nemico lo ridurrà ad una creatura debole e vecchia. Il suo desiderio di ritirarsi annullerà tutta la sua lucidità, il suo potere e la sua conoscenza. Ma se l’uomo si spoglia della sua stanchezza, e affronta il proprio destino, può allora essere detto uomo di conoscenza, pur se soltanto per il breve periodo in cui riesce a sconfiggere il suo ultimo e invincibile nemico. Quel momento di lucidità di potere e di conoscenza, è sufficiente”.

 

Don Juan

Da “A scuola dallo stregone” – Carlos Castaneda

 

Un essere è parte di un tutto chiamato universo.

Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti

come qualche cosa di separato dal resto:

una specie di illusione ottica della coscienza.

Questa illusione è una specie di prigione.

Il nostro compito deve essere quello di liberare noi

stessi da questa prigione attraverso l’allargamento del

nostro circolo di conoscenza e di comprensione, sino

a includere tutte le creature viventi e l’intera natura,

nella sua bellezza.

A. Einstein

 

Fai della paura la tua alleata. La paura ha molto da insegnarti. La paura è l’esperienza dell’essere scollegati da ciò che si è veramente; è l’opposto dell’amore.

Può essere un’alleata, se glielo consenti, se dici semplicemente «ho paura».

Se continui a fare questo cominci a vedere che non sei la paura stessa, ma che la

paura è una sensazione. «Ho paura» diventa «provo paura». È la reazione del trattenere i sentimenti perché credi che arrivino troppo in fretta. Questi sentimenti si basano su un gran numero di supposizioni riguardo quanto potrebbe accadere. Il più delle volte si ha paura non di quanto sta avvenendo, ma di quanto potrebbe avvenire.

Se sei in grado di rimanere nel qui e ora, la paura non ti troverà. La paura è la proiezione nel futuro di qualcosa che è successo in passato, attraverso una potente lente di ingrandimento. Perciò, quando sei nella paura, non sei nella realtà.

Ma, invece di negare di provarla, dì semplicemente quello che stai provando.

Questo atto di per sé ti porterà nel qui e ora, e di conseguenza ti farà uscire dalla paura.

Lasciate che la luce vi attraversi e vi sollevi, mentre tenete i piedi saldamente appoggiati al suolo. Poiché siete ponti naturali fra il cielo (la vostra spiritualità) e la terra (la vostra amata casa nel regno fisico). Più consentite a questa realtà di emergere quotidianamente nella vostra personalità, più comincerete a vivere il vostro io vero, ciò che siete veramente e ciò per cui siete venuti qui.

Il vostro desiderio di scendere su questo pianeta per servirlo era così grande, che accettaste di prendere su di voi una parte del dolore che vi è sulla terra e di guarirlo. Avete accettato di accogliere quel dolore nel vostro corpo e nella vostra psiche, perché potesse trasformarsi in amore.

Avete tratto un corpo dal corpo della madre terra;

lo avete progettato bene. Avete portato dai cieli un sistema energetico che è una combinazione perfetta delle energie che vi servono per soddisfare il vostro desiderio più profondo.

Poiché è per questo che siete venuti quaggiù, è questo che desiderate più di ogni cosa.

Troverete certamente cinque minuti, quando vi alzate al mattino e prima di andare a dormire la sera, per allinearvi con il vostro scopo.

Tornate alla vostra infanzia e rintracciate il dolore più profondo che avete mai provato. Trovatelo nel suo nocciolo, poiché ognuno di voi porta con sé un nocciolo di dolore.

È precisamente quel dolore, che non soltanto è presente in voi, ma si riflette nel mondo, che siete venuti a curare.

Avete accolto quel dolore e lo avete posto nel vostro corpo e nella vostra psiche. Lo avete fatto con grande coraggio. Non c’è fuga possibile; fuggire dal dolore non cura il dolore. Esiste soltanto la guarigione.

Vorrei che prendeste quel dolore e che lo avvolgeste con delicatezza in un involucro d’amore e di accettazione.

Trattatelo come un bambino appena nato, un bambino che ha dimenticato chi è. È un bambino della speranza, un bambino del fulgido futuro e siete voi i terapeuti che hanno la fiducia necessaria per curare questo bambino del dolore.

Il primo passo verso la guarigione consiste nell’accettare che questo dolore è vostro e che potete curarlo; rappresenta il vostro compito personale, che accettaste volontariamente, mettendovi al servizio di voi stessi e dell’intero pianeta.

Usate la fiducia per curare il corpo. Fatene un’abitudine; non aspettate di essere ammalati. Fatelo con fiducia.

Sul vostro altare ponete il dolore del bambino accanto al terapeuta che è in voi: l’uno è la speranza, l’altro è la fiducia.

Saranno loro a forgiare e a trasmutare la vostra energia, così che voi e la terra possiate trasfigurarvi nella luce.

Sentite l’amore in questa stanza. Sentite la luce che siete.

Sentite la luce sopra di voi e sotto di voi.

Sentite la luce attorno a voi e la luce di coloro che sono passati prima di voi. Sentite la luce in ogni cellula del vostro corpo.

Siate ciò che siete: è la sola cosa per la quale vi siete offerti volontari.

Siate ciò che siete: è la sola cosa che possa servire.

Siate ciò che siete: è la sola cosa necessaria.

Siate ciò che siete.

Autore ignoto

Tre grandi verità

“Ascoltami fratello”, egli disse, “Vi sono tre grandi e

assolute verità che non possono essere perdute, ma solo

rimanere silenti per mancanza di parole.

L’anima dell’uomo è immortale, ed il suo futuro è quello

di qualcosa il cui splendore e la cui crescita non hanno

limiti.

Il principio che dona la vita risiede in noi e al di fuori

di noi, non muore mai ed è eternamente benefico; non

lo si può ascoltare, vedere o annusare, ma può essere

percepito da chi lo desidera.

Ogni uomo è il padrone assoluto di se stesso, dispensa

a se stesso gloria o miseria, decreta le sue ricompense

e le sue punizioni.

Queste verità sono grandi quanto la vita stessa e

semplici quanto la più semplice delle menti umane.

Nutri con esse chi ne è affamato”.

Da “The Idyll of the White Lotus” – Mabel Collins

Preghiera semplice

Oh! Signore, fa’ di me un istrumento della tua pace;

Dove è odio, fa’ ch’io porti l’Amore

Dove è offesa, ch’io porti il Perdono

Dove è discordia, ch’io porti l’Unione

Dove è dubbio, ch’io porti la Fede

Dove è errore, ch’io porti la Verità

Dove è disperazione, ch’io porti la Speranza

Dove è tristezza, ch’io porti la Gioia

Dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce.

Oh! Maestro, fa’ che io non cerchi tanto:

Ad essere consolato, quanto a consolare

Ad essere compreso, quanto a comprendere

Ad essere amato, quanto ad amare.

Poiché

Si è: Dando, che si riceve;

Perdonando che si è perdonati;

Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

San Francesco

 

Signore, quando ho fame,

dammi qualcuno che ha bisogno di cibo;

quando ho sete,

mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda;

quando ho freddo,

mandami qualcuno da scaldare;

quando ho un dispiacere,

offrimi qualcuno da consolare;

quando la mia croce diventa pesante,

fammi condividere la croce di un altro;

quando sono povero,

guidami da qualcuno nel bisogno;

quando non ho tempo,

dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;

quando sono umiliato,

fa che io abbia qualcuno da lodare;

quando sono scoraggiato,

mandami qualcuno da incoraggiare;

quando ho bisogno della comprensione degli altri,

dammi qualcuno che ha bisogno della mia;

quando ho bisogno che ci si occupi di me,

mandami qualcuno di cui occuparmi;

 

quando penso solo a me stesso,

attira la mia attenzione su un’altra persona.

Madre Teresa

 

Dio è Amore

e chi rimane nell’Amore rimane in Dio

e Dio rimane in lui.

(Giovanni 4:16)

 

Nell’Amore non c’è timore, al contrario

l’Amore perfetto scaccia il timore.

(Giovanni 4:18)